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Mensa del Senato – L’Unità difende la Casta e i lettori si infuriano: Siete come Libero

Ieri abbiamo pubblicato, sulla nostra pagina Facebook, uno scontrino della mensa del Senato che ha fatto il giro della Rete: in oltre 10.000 l’hanno condiviso solo sulla nostra pagina. Eccolo:

11 euro per un pranzo completo di tutto rispetto che i normali cittadini si sognano. La pubblicazione dello scontrino ha fatto indignare i cittadini che a migliaia lo hanno condiviso sui propri profili. Ma ha fatto infuriare anche la Casta che, attraverso uno dei suoi organi più “autorevoli, L’Unità, ha etichettato questo scontrino, con il disprezzo tipico di questi organi di partito, come una bufala degli “Anti-casta. Scrivono proprio così: “Anti-casta, forse a voler sottolineare che loro sono parte della Casta.

Ma perché se è una “bufala L’Unità sbianchetta il numero Cliente? Ecco la foto pubblicata da L’Unità

Ecco un passaggio dell’articolo: “Su internet circola la foto di uno scontrino. Viene dalla mensa del Senato. Un primo di trofie a 87 centesimi. Una tagliata con rucola e grana 3,41 euro. Conto totale per un pasto: 7.50 euro. Un prezzo irrisorio. Scandalo! Vergogna! Ma quello scontrino non riguarda un pranzo dei senatori. E’ per un pasto dei dipendenti. Lavoratori come tante aziende hanno. Invece lo scontrino circola come “manifesto per denunciare i privilegi dei parlamentari. E’ al contrario una bufala. Lanciata ad arte.

Claudio Sardo, nuovo direttore de L’Unità, subentrato a Concita De Gregorio

Quindi chi ha beneficiato di questo pranzo non è un senatore ma un dipendente del Senato. Naturalmente, L’Unità sostiene questa posizione senza documentarla, senza fornire fonti. E sulla pagina dell’Unità piovono critiche feroci del lettori. Per esempio Enzo Iavarone che scrive: “L’omissione, é il nome della persona che ha usato la tessera ..!!!; o come Luisa Sibilio che fa notare che l’Unità ha censurato, rispetto alla foto originaria, il numero del cliente “Qualcuno si è lamentato? Forse il n°cliente 8906190 che dalla foto è stato diligentemente bianchettato?. O come Raffaele Barbaro: “Ma che articolo di merda dio mio. Non si cita una fonte, si attacca indiscriminatamente il popolo di facebook e si vuole far capire che 7,50€ sono un prezzo giusto per i dipendenti del Parlamento (paragonati ai dipendenti di una qualsiasi azienda capite? non so se ridere o piangere). E subito ad andare addosso agli anti-casta e a chi si indigna. Vabbè concediamo al giornalista il suo quarto d’ora di notorietà che evidentemente se lo cerca da tempo. Insomma tutti i commenti, unanimemente negativi potete trovarli qua. E sulla pagina Facebook de L’Unità le critiche non si contano

Ora, il fatto che lo scontrino sia di un dipendente e non di un senatore (come sostiene l’Unità senza dimostrarlo) ci solleva e a questo punto facciamo nostre le parole di un’altra lettrice che critica l’articolo, Mariuccia Preziuso: “Vorrei far presente che io, da insegnante impegnata nella vigilanza degli alunni durante la mensa scolastica e in attesa che venga effettivamente effettuato il servizio di refezione scolastica (sapete com’è ? i comuni non hanno soldi e tendono a ritardare il più possibile) provvedo a mie spese al mio pasto…panino frutta e bevanda mi vengono a costare 3,50 euro al giorno.

A questo punto ci aspettiamo che l’Unità avvii una campagna per estendere a tutti i lavoratori e a tutti i precari, il trattamento riservato nella mensa del Senato.

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