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La differenza tra semola e semolino

Tra i grandi alleati della cucina italiana troviamo in commercio la semola e il semolino: protagonisti di tantissime ricette gustose, si dimostrano due prodotti fondamentali per creare primi, panini, focacce, impanature croccanti e anche tanti dolci. Nonostante troppo spesso vengano utilizzati come sostituti sono due alimenti differenti che servono appunto per la preparazione di piatti diversi. A seguire scopriremo finalmente le differenze tra semola e semolino per una scelta al supermercato più consapevole.

La differenza tra semola e semolino

La semola è un alimento che si ottiene dalla macinatura del grano duro, ragione per cui convenzionalmente si intende la semola di grano duro. A differenza del grano tenero, quello duro ha un colore giallo molto più intenso che conferisce appunto il tipico colore paglierino anche agli alimenti.

In vendita essenzialmente abbiamo due tipi di semola: semola di grano duro e semola rimacinata di grano duro. La differenza tra questi due prodotti è molto semplice: la semola rimacinata ha una grana molto più fine e per questo risulta ideale per preparare lievitati come pane, pizze e così via.

Il semolino, invece, è un prodotto derivante dalla macinazione di diversi cereali, compreso il grano duro. A differenza quindi della semola, il termine semolino indica una triturazione non solo del grano duro, ma anche del grano tenero, del mais, del riso e altri tipi di cereali.

Sostenere perciò come l’unica differenza tra il semolino e la semola sia la grandezza della granatura non è del tutto corretto: il linea teorica quest’ultima è certamente più fine del semolino, ma non è l’unica differenza. Esistono perciò semolini di grano duro, ma non per forza viene realizzato solo ed esclusivamente con quel tipo di grano; la semola, invece, dovrebbe essere esclusivamente realizzata con il grano duro.

Quanti tipi di semolino esistono?

Il semolino è un prodotto farinaceo che in cucina ha mille usi: dalle pappine per i più piccoli, alla realizzazione di primi piatti gustosi della cucina laziale come i famosi gnocchi alla romana, e così via. La ragione di questa estrema versatilità è che non esiste un solo tipo di semolino, ma tanti. È possibile infatti scegliere tra:

  • semolino di riso, si distingue dagli altri per il suo gusto delicato e risulta perfetto per la realizzazione di dolci soffici e leggeri. Poiché non è presente il glutine è ideale per persone intolleranti, anche se in questi casi è sempre bene leggere l’etichetta
  • semolino di grano duro, è probabilmente il prodotto più utilizzato e viene maggiormente impiegato nella lavorazione del pane, delle focacce e di tantissimi altri alimenti da forno, oltre che realizzare minestre
  • semolino di miglio, non sempre facile da trovare in commercio, è un prodotto grazie alla quale è possibile creare deliziosi dolci, panini, oltre che grissini, cracker e panature per un fritto asciutto e croccante
  • semolino di farro, è molto impiegato come addensante nella preparazione di farce, ma anche questo tipo di semolino è l’ingrediente numero uno nei cracker, grissini e sostituti del pane

Per cosa si usa la semola?

Protagoniste indiscusse della cucina italiana è la semola, grazie alla quale infatti è possibile realizzare tantissimi tipi di lievitati, uno fra tutto: il pane. Grazie infatti alla sua consistenza più o meno fine, a seconda che si parli di semola rimacinata o no, è perfetta per impastare composti soffici ed elastici.

In alcune parti d’Italia, la farina di grano tenero viene quasi totalmente sostituta appunto dalla semola di grano duro in quanto il pane realizzato con questo tipo di alimento ha senza dubbio una fragranza e una croccantezza differente dagli altri cibi realizzati con altre farine.

Nella regione Sardegna, ad esempio, seguendo le più antiche tradizioni viene sfornato il “civraxiu” un tipico pane realizzato interamente con la semola di grano duro e dal classico colore del grano, con una crosta croccante e un impasto all’interno morbido e fragrante.

La semola risulta perfetta anche per creare fritti croccanti fuori e dentro morbidi: in alcune regioni infatti la semola è l’alleato numero uno per un ottimo fritto misto di pesce, andando a sostituire interamente la farina di grano tenero.

È possibile inoltre creare tantissimi dolci, tra i migliori troviamo i biscotti secchi. In questo caso infatti questo tipo di farinaceo offre e garantisce un prodotto dolciario estremamente fragrante e friabile. A differenza infatti di alcune farine, la semola è perfetta qualora si desideri ottenere dei biscotti morbidi all’interno con un croccante esterno, ideali quindi per essere mangiati a colazione o in pausa caffè. La semola è anche una garanzia quando vogliamo addensare creme o zuppe, in quanto grazie alla sua consistenza è difficile che si creino grumi che in parte comprometterebbero la buona riuscita della ricetta.

Salato o dolce, nessuna differenza: la semola è la regina indiscussa di tantissime pietanze.

Quante calorie hanno la semola e il semolino?

In linea teorica, sia la semola che il semolino, hanno un apporto calorico non elevato in quanto poiché vanno consumati non secchi ma con l’acqua, aumentano di volume. Il semolino in 200 grammi ha 700 kcal, il valore più alto è chiaramente la voce carboidrati: per 200 grammi di semolino vi sono 158 grammi di carboidrati, 22 grammi di proteine, 2.8 grammi di lipidi e solo 2.8 grammi di zuccheri. Inoltre, è una fonte importante anche di calcio, ferro, magnesio, potassio e zinco, oltre che di vitamina E e B.

La semola invece di grano duro per 200 grammi ha un apporto calorico di circa 678 kcal, 140 grammi di carboidrati, 2 grammi di zuccheri, 24 grammi di proteine e circa 3 grammi di lipidi. Come per il semolino, anche all’interno della semola sono presenti: zinco, magnesio, potassio, ferro e calcio.

Come dimostrato sia la semola che il semolino sono due alimenti che se assunti nelle giuste dosi offrono dei valori nutrizionali completi sia per le persone adulte che per i più giovani.