La gestione separata dell’Inps è stata istituita con la L. 335/1995 ed è conosciuta anche nota anche con il nome di Riforma Dini. L’innovativa legge è stata dedicata al rinnovamento del sistema delle pensioni precedentemente in vigore nel nostro Paese. Detta riforma aveva, tra gli altri, il preciso obiettivo di garantire finalmente la possibilità di assistenza previdenziale anche alle categorie di lavoratori per cui non era ancora riconosciuta, data l’assenza di specifiche casse previdenziali di settore.
La gestione separata è quindi una forma di assistenza costituita da un fondo pensionistico che viene alimentato per mezzo di contributi obbligatori versati dai lavoratori che sottoscrivono le assicurazioni professionali e che non fanno riferimento a una cassa previdenziale dedicata. Le prestazioni garantite includono diverse tipologie di assistenza previdenziale attivabili nel momento in cui si accede alla pensione anticipata, indiretta, supplementare, di vecchiaia e d’invalidità. È inoltre inclusa assistenza medica per malattia, inabilità temporanea all’attività e il trattamento di fine rapporto lavorativo.
Che cosa significa iscritto alla gestione separata?
Essere iscritti alla gestione separata dell’Inps vuol dire essere stati riconosciuti meritevoli di ricevere la garanzia delle prestazioni previdenziali previste da fondi pensionistici, pur non rientrando in quelle categorie di lavoratori e professionisti che da sempre possono usufruire dell’iscrizione ai relativi Albi ed elenchi professionali e che non hanno dunque una specifica cassa previdenziale di riferimento.
L’obbligo d’iscrizione, tuttavia, è previsto solo nel momento in cui vengono verificati e soddisfatti ulteriori requisiti, da ritenersi aggiuntivi e complementari a quello sopra descritto.
I lavoratori per cui non è prevista cassa previdenziale sono infatti tenuti all’iscrizione obbligatoria solo nel caso in cui esercitino l’attività rientrante nelle previsioni di gestione separata in modo abituale e continuativo o, in mancanza di ciò, Qualora l’attività esercitata modo occasionale produca un reddito imponibile annuale superiore ai 5.000 euro.
Chi sono i liberi professionisti iscritti alla gestione separata?
Secondo la prima stesura della Riforma Dini, le principali categorie di lavoratori riconosciuti meritevoli di accedere al sistema pensionistico della gestione separata sono:
- categorie residuali di professionisti
- dipendenti assunti con contratti Co.Co.Co.
- coloro che lavorano nel settore delle vendite a domicilio
- prestatori di collaborazioni occasionali
- gli associati in partecipazione il cui vincolo associativo che non prevede apporto di capitale
Successivamente, ulteriori modifiche alla legge di riforma pensionistica hanno incluso forme di assistenza previdenziale anche per:
- gli spedizionieri doganali autonomi
- i medici lavoratori che frequentano corsi di formazione specialistica
- i beneficiari di borse di studio e assegni per attività didattiche
- coloro che svolgono attività di volontariato nel SCN
- i prestatori di lavoro accessorio
Come si versano i contributi alla gestione separata?
Per versare i contributi alla gestione separata Inps bisogna, prima di ogni altra cosa, effettuare richiesta d’iscrizione entro 30 giorni dall’apertura della partita Iva o dall’inizio di esecuzione dell’attività.
I dati da riportare nell’apposito modulo (reperibile sul sito ufficiale dell’Inps e rispondente al codice identificativo SC04) riguardano i dati anagrafici del lavoratore, il suo codice fiscale, il numero di partita Iva, il codice ADECO, la data in cui è stata avviata l’attività e la descrizione della tipologia cui appartiene (in particolare se si tratta di attività autonoma o dipendente).
Il modulo può essere presentato personalmente presso la sede Inps competente, in alternativa può essere inviato a mezzo posta. Può essere altresì presentato telematicamente tramite il sito ufficiale dell’istituto (accedendo alla sezione Servizi per il cittadino) o avvalendosi del servizio Contact Center Multicanale dell’Inps.
Per capire quale sia la sede Inps competente nella gestione della domanda d’iscrizione, bisogna considerare è questa è individuata parallelamente alla competenza in merito al riconoscimento delle posizioni assicurative del lavoratore e del relativo recupero crediti.
Per le persone fisiche si fa quindi riferimento alla sede Inps ubicata nel territorio di residenza del richiedente, mentre per le persone giuridiche si identifica in base all’ubicazione della sede principale dell’associazione o azienda.
I primi contributi devono essere versati a partire dall’anno successivo a quello dell’inizio dell’attività e in ogni caso vengono calcolati solo in base all’ammontare del reddito personale dichiarato. Il modulo da utilizzare per il versamento è il classico Modello F24, facendo attenzione al rispetto delle scadenze fiscali fissate per il pagamento delle imposte sul reddito.
Quanto si paga all’INPS con il regime dei minimi?
Per tutti i lavoratori autonomi che risultano iscritti al fondo pensionistico di gestione separata con il regime dei minimi,e a nessun’altra cassa previdenziale, sono tenuti al versamento di un’imposta d’importo pari al 25% del reddito imponibile ai fini IRPEF, che viene calcolato in base alla differenza tra costi e ricavi, ovvero secondo il cosiddetto principio di cassa. Detta tassazione è in vigore a partire dall’anno 2017, in quanto era precedentemente prevista un’imposta pari al 27% del reddito totale imponibile.
Chi è assunto per mezzo di un contratto di collaborazione coordinata e continuativa la regola di base impone che il versamento dei contributi sia dovuto per 1/3 direttamente dal lavoratore e che per i restanti 2/3 sia posto a carico del datore di lavoro. Quest’ultimo ha l’obbligo di versare i contribuiti entro 16 giorni dalla data di avvenuto pagamento del collaboratore.
I lavoratori autonomi con contratto di prestazione occasionale devono versare autonomamente 1/3 dei contributi soltanto qualora superino i 5.000 euro di reddito imponibile. In caso contrario, il versamento è interamente a carico del datore di lavoro.
Infine, per quanto riguarda la categoria degli artigiani il regime dei minimi prevedere due tipologie di contributi:
- Fissi, per un importo pari a 3.600 euro annui
- A percentuale, da corrispondere solo nel momento in cui si eccede la misura minimale del reddito
A far data dall’inizio dell’attività, inoltre, le aliquote vengono incrementate annualmente di un punteggio pari a 0,45, fino al raggiungimento dell’imposta standard fissata al 24%.