Il semolino è un alimento presente in numerosi piatti della cucina tradizionale. In teoria, dovrebbe essere un sinonimo della semola di grano duro, ma la mancanza di riferimenti legislativi e di severe regolamentazioni alimentari la collocano al di fuori di qualsivoglia etichettatura. Pertanto, puoi identificare il semolino nel riso, nel mais, nei pseudo cereali e in tutti quegli sfarinati a base di grano tenero. Una poliedricità alimentare di spessore capace di adattarsi ai tuoi gusti e alle tue esigenze in modo concreto e salutare.
Abbiamo già parlato QUI della differenza tra semola e semolino. Oggi vogliamo rispondere alla fatidica domanda se il semolino faccia o meno ingrassare. Prima vediamo qualche dettaglio in più su questo fantastico ingrediente.
Dove nasce il semolino?
Come detto poc’anzi, il semolino è un alimento cardine di una certa cucina nazional-popolare che si è sempre basata sulla sua versatile provenienza dal grano duro. Ed è attraverso questa peculiarità che puoi risalire alle sue origini storiche del suo utilizzo; secoli e secoli di ricette tutt’ora in voga capaci di deliziare il palato in maniera semplice e genuina. Basti pensare agli gnocchi alla romana, un must della cucina mediterranea; o al migliaccio napoletano, un dolce soffice e delicato che impreziosisce le tavole imbandite per una ricorrenza specifica.
Come si produce il semolino?
La produzione del semolino segue il medesimo procedimento della lavorazione della semola. Prima di arrivare alla macinazione e al setaccio, si raccoglie il cereale e lo si inserisce nel ciclo produttivo. Dopo aver eliminato gli scarti, lo si stocca nel frumento pulito; e qui godrà di una seconda pulitura che lo porterà nelle celle premiscela. Successivamente, ci saranno una terza pulitura e una fase di condizionamento con regolazione dell’umidità capaci di definire la materia che, poi, verrà macinata e setacciata. Una filiera lineare per un alimento farinoso dalle molteplici potenzialità nutritive e culinarie.
Quanti tipi di semolino esistono?
Il massiccio utilizzo del semolino per piatti di ogni tipo risiede, in primis, nelle sua innumerevoli tipologie. Difatti, a seconda del grano utilizzato, ti troverai ad avere a che fare con un semolino diverso dagli altri. Il semolino derivato dal grano duro viene impiegato, per esempio, per preparare il couscous, una pietanza il cui esotismo fa il paio con una prelibatezza unica. Se, invece, deriva dal grano tenero, allora si tratta di una crema di frumento che viene spesso utilizzata per i dolci o come cereale per la colazione. A queste varianti si aggiungono, poi, il semolino giallo (ricavato dal granturco) e il semolino di riso, particolarmente indicato per chi è intollerante al glutine.
Quante calorie contiene un piatto di semolino?
Le caratteristiche nutrizionali del semolino sono molto simili a quelle della pasta. Quindi, se mangi una porzione di semolino da 100 grammi il tuo organismo assimilerà 314 kilocalorie. D’altro canto, si tratta di un alimento che appartiene a un gruppo fondamentale di elementi nutrizionali capaci, con le loro proprietà, di fornire un apporto energetico semplicemente notevole. Tuttavia, trattandosi di un alimento secco, durante la cottura assorbe l’acqua che ne aumenta sia la massa che il volume. Un aspetto che non puoi sottovalutare portandoti, inevitabilmente, a consumare porzioni moderate da abbinare, nel caso, con un contorno prettamente vegetale. Non a caso, sono proprio i carboidrati complessi del semolino a determinare la quantità di calorie che finiranno nel tuo corpo.
Il semolino fa ingrassare?
Sulla scorta di quanto detto nell’ultimo paragrafo, occorre affermare che il semolino non fa ingrassare. A patto, però, che venga usato con parsimonia e moderazione. Una dose irrilevante di grassi e di zuccheri semplici certificano la poca incidenza del semolino sul tuo peso corporeo. Inoltre, vanta un buon quantitativo di proteine che azzera del tutto la parte relativa al colesterolo, uno dei principali input per comprendere se la tua dieta è equilibrata oppure no.
In termini di sali minerali, il semolino recita la sua parte egregiamente mostrando dei valori confortanti di fosforo e potassio; mentre il ferro ha una concentrazione discreta ma efficace per il tuo organismo. Per quanto riguarda, poi, le vitamine, sono altamente apprezzabili i valori di carotenoidi, B1 e PP, elemento imprescindibile per la produzione del cofattore metabolico cellulare.
Di fronte a caratteristiche simili, si può tranquillamente osservare che il semolino si presta alla maggior parte dei regimi alimentari. Il notevole contenuto di glucidi è un fattore da non trascurare, soprattutto per chi soffre di diabete mellito 2 e ipertrigliceridemia. Se sei sovrappeso, è consigliabile evitare qualsivoglia genere di semolino, mentre per la filosofia vegana è un alimento ad hoc poiché privo di lattosio.