Con l’arrivo della bella stagione, ma a dire la verità anche quando fa freddo (grazie all’ausilio delle mute) si moltiplica il numero delle persone che pratica lo snorkeling.
Si tratta di appassionati del mare, anche di quelli che non sanno nuotare o che non vogliono spingersi in acque troppo profonde, che desiderano però ammirare le bellezze del fondale e dei pesci che nuotano sotto la superficie.
Chi pratica lo snorkeling si riconosce da alcune caratteristiche, in primis quella di restare in superficie e di essere dotato di un boccaglio, in quanto questa pratica non necessita di bombole o di apnea.
Scopriamo quindi tutto su questa meravigliosa attività, concentrandoci in particolare sul significato del termine, su come si faccia a praticarla in sicurezza, toccando anche l’importante passaggio della respirazione nel boccaglio. Tratteremo infine, come anticipato, della possibilità di praticare lo snorkeling anche se non si sa nuotare.
Che cosa significa il termine snorkeling?
Il termine americano ‘snorkeling’, che si può trovare indicato anche nella versione anglosassone come ‘snorkelling’, non si può in realtà tradurre letteralmente, nel senso che non esiste nella nostra lingua un termine corrispondente.
Infatti si usa dire ‘fare snorkeling’, per intendere quella attività che implica l’uso dello snorkel. Questa parola si può invece tradurre e significa ‘boccaglio’.
Ecco quindi che per estensione fare snorkeling significa usare il boccaglio.
Di conseguenza parliamo dell’attività superficiale del nuotare, intesa come immergersi in acque di pochi decimetri di profondità, per osservare tramite respirazione assistita dal boccaglio quello che c’è sotto, dal fondale basso ai pesci.
In effetti l’attività dello snorkeling consiste unicamente in questo, nel senso che a differenza di quanto avviene con le immersioni in apnea o con bombole, prevede solo la contemplazione. Potremmo quasi paragonarla al bird watching, cioè all’osservazione della fauna aviaria con l’uso del binocolo.
Come si fa a fare snorkeling?
Chi volesse cimentarsi con la pratica dello snorkeling, magari approfittando di una vacanza in una località marittima che si distingue per i mari puliti e popolati di pesce, non avrà molta difficoltà.
Innanzitutto non è necessario immergersi in profondità o nuotare; ecco perché lo snorkeling può essere praticato anche da chi ha paura dell’acqua o non sa nuotare.
In secondo luogo la respirazione sarà pressoché naturale, prevedendo solo il boccaglio e quindi non andando a immettere ossigeno in bombola che richiede pratiche di decompressione.
Sembra scontato da dire, ma la prima regola per praticare lo snorkeling in sicurezza è quella di utilizzare una crema solare ad alta protezione.
L’acqua, e in particolare la superficie, riflette molto i raggi del sole, e poiché quando si ammira il fondale si tende a perdere la cognizione del tempo, proteggere la pelle assicura un’esperienza che non lasci scottature o eritemi.
Le buone pratiche preliminari sono sempre le medesime, e cioè quelle di:
- entrare in acqua un po’ alla volta
- evitare di entrare in acque torbide e con molta corrente (perché oltre ad essere pericoloso sarebbe anche inutile in quanto la sabbia coprirebbe la vista)
- attendere se si si ha appena mangiato
- indossare una muta se si è in inverno e l’acqua è fredda, perché a lungo andare soprattutto se non ci si muove si rischia l’ipotermia
A questo punto si hanno due strade: nel primo caso (se non si sa nuotare o si ha paura) si può anche restare fermi e in piedi, con la testa a pelo d’acqua; nel secondo caso ci si può mettere in posizione di galleggiamento e ovviamente a pancia in sotto, con la testa a pelo d’acqua e lo snorkel ben posizionato.
Nel prossimo paragrafo vedremo come usare al meglio il boccaglio; per ora diciamo che se si sta in posizione di galleggiamento i piedi verranno usati per darsi la spinta e spostarsi, mentre le mani dovrebbero essere lasciate lungo i fianchi, in modo da diminuire l’attrito delle braccia contro l’acqua e ‘filare’ più lisci.
Soprattutto se non si è molto esperti, è bene monitorare costantemente la propria posizione, soprattutto in caso di corrente, perché si rischierebbe di trovarsi al largo in poco tempo.
Lo snorkeling al fiume o al lago si può praticare ma è molto meno frequente.
Infine, è utile specificare che lo snorkeling naturalmente può anche prevedere un’immersione ogni tanto, e quindi andiamo subito a vedere il modo corretto di usare il boccaglio.
Come si respira con il boccaglio?
Per chi è esperto usare il boccaglio è abbastanza facile, mentre per chi si approccia a questa attività può essere un pochino meno naturale.
È utile allora fare prima qualche prova. Si comincia da fermi, in una zona bassa, e si mette il boccaglio in bocca dalla parte del respiratore, con lo sfiato in alto.
Il boccaglio può anche essere fissato alla maschera se viene più comodo, l’importante è che le labbra sigillino lo snorkel avvolgendo l’apertura per non far entrare acqua.
Si può quindi immergere la testa lasciano lo sfiato fuori per respirare e poi provare ogni tanto a immergere la testa del tutto.
In questo caso naturalmente non si dovrà respirare per non fare entrare l’acqua, e nel momento in cui ci si immerge si dovrà soffiare forte per far uscire tutta l’aria dal boccaglio e impedire l’entrata dell’acqua.
Può capitare che entri comunque: in questo caso niente panico. Basta soffiare forte qualche volta e al massimo riemergere per svuotare il boccaglio.
Come si fa snorkeling senza saper nuotare?
Come detto, si può praticare lo snorkeling anche se non si sa nuotare o se si ha paura, perché non è necessario immergersi del tutto.
Così i principianti potranno semplicemente restare in superficie, sia in postura eretta sia in postura di galleggiamento.
Si usano in questi casi degli speciali pesetti montati su una cintura che si può indossare, e che mantiene il corpo fermo.
È importante respirare lentamente facendo dei respiri profondi per mantenere il corpo ossigenato.